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Che cos'è un diamante?

Il diamante è carbonio, o meglio, è una delle tante forme in cui può presentarsi il carbonio. In particolare il diamante è costituito da un reticolo cristallino di atomi di carbonio disposti secondo una struttura tetraedrica. Ed è proprio questa particolare struttura che permette al carbonio di essere più stabile e di trasformarsi, sotto condizione di grande pressione ed elevata temperatura, in diamante piuttosto che in comune grafite (risultato di una struttura più instabile del carbonio).

I diamanti hanno origine nel mantello della Terra, dove esistono le condizioni di altissima pressione necessarie alla loro formazione. Si pensa che i diamanti ritrovati in superficie provengano da una profondità tra i 150 e i 225 km. I cristalli vengono portati alla superficie, inglobati in una roccia contenente molta olivina detta kimberlite, da condotti vulcanici mediante eruzione. I diamanti hanno moltissime applicazioni, grazie alle loro eccezionali caratteristiche fisiche e chimiche. La più rilevante è l'estrema durezza, il diamante è il minerale di origine naturale più duro che si conosca, la sua durezza Mohs è pari a 10, ed è fino a 140 volte superiore a quella del corindone, con durezza 9 nella scala di Mohs.

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Dal grezzo al brillante
 

Il taglio dei diamanti grezzi per trasformarli in gemme da gioielleria è un'operazione molto delicata e difficile. Eventuali errori porterebbero alla perdita di notevoli somme di denaro. Il maggiore centro per il taglio dei diamanti è stato per molto tempo la città di Anversa in Belgio, recentemente si è però imposta a livello mondiale, per il taglio, la città indiana di Surat. Si valuta che attualmente oltre l'80% dei diamanti (specie quelli di piccola caratura) sia tagliato in questa città. Altri centri importanti sono Tel Aviv e New York

 

La forma più comune di taglio del diamante è quella rotonda, denominata a brillante. Con questo termine si identifica un taglio rotondo con minimo 57 faccette. La grande diffusione di questo taglio ha portato ad un equivoco: il pubblico tende ad identificare i termini brillante e diamante come fossero la stessa cosa. In realtà, il termine brillante identifica unicamente una pietra a taglio rotondo. Altri tipi di taglio, tra i più conosciuti e diffusi sono: il taglio a cuore, a brillante ovale, a marquise o navette, a gocciaa smeraldo etc etc...

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Come si determina il valore?

Di cosa bisognerebbe tener conto per valutare un diamante? la risposta a questa domanda non è facile, le variabili da tenere in considerazione sono moltissime. Alcune sono oggettive, altre invece sono legate ad elementi esterni come l'andamento della domanda del mercato e la produzione mondiale di grezzo. Altre ancora invece sono soggettive, come la "moda" che in alcuni parti del mondo spinge la richiesta di diamanti verso specifiche caratteristiche di colore, forma e purezza. La valutazione di un diamante risulta essere un compromesso tra tutti questi fattori, ciò risulta essere un giudizio influenzato dal soggetto e dalla moda del tempo alla quale è sottoposto.

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Mentre le variabili soggettive ed esterne influenzano di più l'equilibrio di domanda e offerta, sono le variabili oggettive quelle che definiscono in maniera assoluta la qualità della pietra e quindi quelle che influenzano di più il valore di essa. Queste caratteristiche oggettive si possono riassumere in quattro, chiamate nel settore le 4 C: CARAT, COLOR, CLARITY, CUT.

Risulta essere utile capire che per un brillante, la sua bellezza e quindi il suo valore possono essere analizzati considerando il suo peso, la sua purezza, il suo colore e il suo taglio. Precisiamo che queste quattro variabili non sono assolutamente indipendenti e che l'occhio ha la sua incidenza su un discorso del genere. Di due diamanti con le medesime descrizioni, una emana sempre uno charme superiore all'altro.

Understanding the four C's
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LE 4 C

CARAT - CARATI

Il carato è l'unità standard di misura del peso dei diamanti e di altre pietre preziose, e prende il nome dal seme di carruba che in passato veniva usato come elemento di comparazione. Un carato corrisponde al peso di 0,20 grammi. Con il carato, sono di comune utilizzo i centesimi di carato. Quindi, ogni carato possiede 100 punti.

Più un diamante è di notevoli dimensioni, più raggiunge un'elevata caratura; di conseguenza il suo valore ne trarrà beneficio. Il rapporto è esponenziale e dipende principalmente dalla sua rarità. Ad esempio, a parità di caratteristiche, un diamante che vanta due carati avrà sicuramente un valore superiore alla somma di due diamanti da un carato l'uno.

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COLOR - COLORE

Le pietre di maggior valore sono quelle totalmente incolori, denominate comunemente “bianche”. Più il diamante è incolore, più aumenta il suo valore. Esistono varie scale per la misurazione del colore, quella di gran lunga più utilizzata è quella stabilita dalla GIA che da una gradazione che va dalla "D" alla "Z" seguendo un ordine alfabetico.
I diamanti incolori corrispondono soltanto ad una piccola percentuale di quelli estratti, in quanto più del 90% dei diamanti hanno sfumature di base giallastre e brune. Queste sfumature sono conseguenze della presenza di azoto nella struttura chimica del diamante.

Vi è poi una minima quantità di diamanti che presenta nella loro struttura chimica degli elementi (come per esempio il rodio) che regalano dei colori naturali più o meno intensi: giallo, arancione, rosa, verde, blu o rosso, che in virtù della loro rarità possono raggiungere prezzi elevatissimi.

CLARITY - PUREZZA

Dato che i diamanti si sono formati nelle profondità della terra, in condizioni estreme di calore e di pressione, ognuno di loro presenta specifici e unici 'birthmarks', segni identificativi sia interni (inclusions) sia esterni (blemishes).

I diamanti con una totale assenza di “birthmarks” sono rari, e questa caratteristica conferisce valore al diamante.

La purezza di un diamante si determina a seconda del numero di inclusioni e della loro visibilità, delle loro caratteristiche, dimensioni ed anche il loro dislocamento nella gemma. Il grado di presenza di queste inclusioni può modificare sensibilmente l'aspetto della gemma.

Il GIA International Diamond Grading System ha definito una scala di purezza a undici livelli che vanno da FL (flawless) a I3 (included 3).

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ALTRO...

Esistono anche altre condizioni che possono influenzare significativamente il costo di un diamante, una di queste è la Fluorescenza. Sottoposti a radiazioni ultraviolette, i diamanti possono dare luogo a fenomeni di fluorescenza, che solitamente si manifestano con colori blu-azzurri più o meno intensi e più raramente, anche gialli, verdi, rosa. È importante rilevare la fluorescenza nel diamante, perché l'elevata intensità del fenomeno può influenzare il colore della gemma e la sua luminosità.

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CUT - TAGLIO

Per avere un'ottimale risposta alla luce (rifrazione, riflessione, brillantezza) un diamante deve esser tagliato in modo perfetto, rispettando rigidi calcoli matematici che generano i disegni geometrici, le dimensioni e le angolazioni prescritte per le sfaccettature. Per poter raggiungere la perfezione è determinante la bravura del maestro tagliatore. Senza la precisione e la perfezione del taglio, un diamante perde gran parte della propria bellezza. L'“allure” di ogni esemplare dipende, più di ogni altra cosa, dalla qualità del taglio. Come si può vedere dalla figura a sinistra, un taglio troppo profondo oppure troppo piatto del diamante, permette alla luce di "scappare" e di non uscire dalla tavola, che è ciò che regala la famosa brillantezza del diamante.
 

Per determinare il valore del diamante in relazione alla qualità del taglio ci si riferisce a tre fattori: proportions (proporzioni), symmetry (simmetria) e polish (finitura). Agli inizi del 2005, dopo 15 anni di intense ricerche e test,il GIA ha stabilito il Diamond Cut Grading System per diamanti brillanti, con gradazioni: excellent, very good, good, fair e poor.

Questi giudizi di basano sul paragone dei valori oggettivi della pietra (table size, total depth, crown angle etc...) con quelli che sono i parametri identificati dalla GIA come ideali per la riflessione della luce.

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Certificati gemmologici

Un consiglio che qualsiasi operatore del settore ti saprà dare è: compra solo diamanti certificati. Non fidarti di quello che dice il venditore (o scrive, nel caso in cui l’acquisto sia online). Tieni presente che ogni piccola modifica degli attributi di un diamante comporta un’enorme variazione del suo valore.
Ecco quindi qui di seguito un piccolo accenno al vasto mondo dei certificati, e delle varie implicazioni che hanno sul valore dell'oggetto analizzato.

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Quando si parla di certificato internazionale, non si può che parlare del GIA di New York, l’istituto gemmologico più noto e controllato al mondo. Questo istituto è riuscito a conquistarsi il titolo di certificato più usato e considerato al mondo attraverso l'applicazione dei più rigorosi metri di giudizio. La GIA rappresenta un'assicurazione per il compratore. Consigliamo di acquistare diamanti con certificati GIA nel caso abbiamo necessità di  vendere all'estero, dove l’acquirente, con molta probabilità, vorrà vedere la classificazione GIA. 

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Anche questo istituto di Anversa è considerato una delle case gemmologiche più sicure e fidate in Europa. Ha saputo guadagnarsi una grande fetta del mercato italiano e spagnolo, grazie alla proposta di pietre in blister, che regalano una garanzia di sicurezza in più ai clienti italiani e non.

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Secondo solo alla GIA, l'HRD ha saputo in questi anni guadagnarsi la fiducia di molti operatori del settore europei, particolarmente in Belgio, dove è presente una borsa molto importante. La differenza con l'istituto di New York rimane principalmente il metro di giudizio sul taglio che rispetta dei canoni di proporzione meno rigorosi.

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ALTRO...

Il mondo dei diamanti è fatto da una infinità di case gemologiche, più o meno grandi, e dei loro certificati. Certo, la maggior parte di loro applica canoni più o meno rigorosi e la volontà di dare un appoggio serio ai compratori, bisogna però che capiate un concetto fondamentale nel mondo dei diamanti: sono solo i tre istituti citati sopra che contano nel commercio europeo e mondiale.

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